Leggere è un'attività utilissima e bellissima, che arricchisce chi la svolge, ma che purtroppo di questi tempi è un po' fuori moda. Per quanto ci riguarda, abbiamo pubblicato - o stiamo per farlo - libri per bambini, ragazzi ed adulti, per non lasciare fuori nessuno e coinvolgere tutti nel nostro progetto. Con ogni titolo, sosterremo un'associazione che lavora per rendere il pianeta Terra un posto migliore. Tu cosa vorresti leggere?
Scegli la storia che fa più al caso tuo!
"Witty riduce il numero di rifiuti di batterie e rallenta l'estrazione del litio che causa ingenti sprechi di acqua, fino a 2 milioni di litri, per estrarre solamente 1 kg di litio. Ad esempio, per fabbricare una singola batteria portatile si ottengono 10 kg di emissioni di CO2e e da un report di Green Alliance è emerso che allungare di un anno la vita di uno smartphone riduce di 1/3 la sua carbon footprint. Ogni anno vengono immesse nel mercato Europeo circa 250.000 tonnellate di batterie portatili e industriali. "
"Il mercato italiano, come tanti altri, è molto esigente e vive di critiche praticamente su tutto. È ciò che rende la competizione estremamente divertente e stimolante quando si è qui. Usiamo questa energia in modo pragmatico per far capire ai nostri ingegneri che dobbiamo costruire per risolvere i problemi del pianeta e non per fare soldi.
Preferisco perdere soldi piuttosto che mettere qualcosa per le strade che sia a buon mercato, brutto ma redditizio."
"In Europa 89 milioni di tonnellate di cibo sono sprecate ogni anno. Dal 2016 al 2021 solo la nostra associazione, su Roma, ha potuto salvare, grazie anche ai nostri fantastici volontari, quasi 8 tonnellate di eccedenze, donando in questo modo cibo a più di 52.000 persone. Limitare lo spreco alimentare vuol dire contribuire alla lotta contro la fame e i cambiamenti climatici e quindi capire che tutti, con semplici gesti, possiamo aiutare a preservare il nostro pianeta."
"Gli studi scientifici sui cambiamenti climatici in Europa prevedono l’aumento della frequenza e dell’intensità dei fenomeni meteorologici estremi, con effetti critici per la natura e le persone.
Tuttavia, secondo gli scienziati, l’azione umana può cambiare il corso degli eventi, urge in primis una riduzione rapida delle emissioni di gas serra, che limiterebbe i cambiamenti climatici e i loro effetti sul pianeta."
" Il nostro consumo e la nostra produzione di energia hanno un impatto enorme sul clima e viceversa: i cambiamenti climatici possono alterare il nostro potenziale produttivo di energia e il nostro fabbisogno energetico ed hanno un impatto importante sulla qualità della nostra vita. Entro il 2050, milioni di persone nel mondo saranno costrette a lasciare le loro case a causa dei cambiamenti climatici. In tutto il mondo la perdita di vivibilità di luoghi altamente esposti a eventi climatici estremi spingeranno un numero sempre maggiore di cittadini a spostamenti interni o transnazionali."
"Chi si sta già muovendo, oggi, per ridurre il proprio impatto ambientale sarà in una posizione di vantaggio economico e sociale rispetto a tutti gli altri. Noi aiutiamo le imprese e gli enti a cambiare paradigma mentale, ad adottare un approccio resiliente a rinnovare il modo di approvvigionarsi di energia, a creare processi di economia circolare, a rendere efficienti le loro strutture, modificando gli atteggiamenti timorosi di innovare e dunque ancorati ad un’economia basata sull’utilizzo sconsiderato delle risorse come se fossero infinite."
"Attualmente AGNES sta sviluppando progetti da Trieste fino a Pescara per oltre 5000Mw di potenza elettrica. Il primo progetto, quello in fase più avanzata, è al largo di Ravenna ed ha un potenziale di 750Mw per un costo complessivo di circa 1,8 miliardi di euro. L’idea è quella di sostituire i pozzi metaniferi offshore con fonti rinnovabili: eolico, solare galleggiante e idrogeno."
" Il momento per rimboccarsi le maniche è adesso, prima che sia troppo tardi e prima che spariscano o divengano rare e costose risorse fondamentali per il pianeta (e comfort food come caffè e cacao!). Le decisioni prese dai governi saranno fondamentali ma il mondo ha bisogno che ognuno di noi, nella propria quotidianità, provi seriamente a fare la differenza."
LAV dal 1977 si occupa della tutela degli animali. Abbiamo cominciato opponendoci alla vivisezione e ci siamo estesi in tutti gli ambiti nei quali gli animali sono sfruttati e uccisi dall’uomo: dall’alimentazione all’abbigliamento, dalla sperimentazione agli spettacoli, dalla caccia, alla pesca, fino alla criminalità organizzata.
Associazione culturale che invoglia bambini e ragazzi a leggere e scrivere in maniera creativa e che, da due anni a questa parte, lavora attivamente a campagne per la sensibilizzazione. Il tema centrale: l'emergenza climatica.
Una serie di trailer e titoli di documentari e reportage televisivi che parlano in maniera dettagliata del cambiamento climatico, delle sue cause e degli effetti su umani ed ambiente.
Pubblicata il 2 settembre 2022
Da dove nasce l’idea per Witty Power e di cosa si tratta?
L’idea nasce nel 2015 dalla consapevolezza del voler risolvere il problema della rapida usura delle batterie degli smartphone, consapevolezza che col tempo si è allargata a tutti i dispositivi portatili muniti di batteria. A quel tempo era una tematica di cui non si discuteva affatto, era un problema accettato dalla massa e non c’era molto materiale con cui potersi documentare.
Con quel poco che avevo studiato sui libri e online, ebbi con mio padre l’intuizione di voler evitare di lasciare il telefono in carica tutta la notte e iniziammo ad utilizzare delle prese temporizzate che anni prima adoperavamo per le luci degli acquari dei pesci. Dunque, potevamo impostare un tempo (in due ore circa la batteria si caricava fino al 100%) dopo il quale la presa interrompeva il flusso di corrente, evitando che la batteria rimanesse alla sua tensione di fine carica per tutta la notte. Notai che con questa piccola accortezza, dopo diverso tempo il mio telefono si comportava, in termini di autonomia giornaliera, meglio rispetto a quello degli amici. Accorgendomi di avere per le mani un'idea vincente e, avendo passione per le startup, iniziai a cercare personale per poter sviluppare un prototipo di una versione automatizzata della presa temporizzata, con l’obiettivo di realizzare una campagna di reward crowdfunding su Kickstarter per ricevere i fondi necessari all’avvio.
Nel 2017 incontrai Lorenzo Craia e Luca Martini, con cui sviluppammo i primi prototipi e svolgemmo, nel tempo libero dopo i corsi e gli esami, numerosi test all'interno dei laboratori de La Sapienza di Roma. Una volta riusciti a sviluppare il prototipo finale, lanciammo l'idea sia su Kickstarter che su Indiegogo, raccogliendo il capitale necessario per abbattere i costi fissi iniziali e avviare la produzione industriale.
Witty si presenta come un accessorio USB molto semplice, con un connettore USB A in ingresso e uno in uscita e si inserisce tra il caricabatterie e il relativo cavo. Sulla scocca in plastica (che può essere nera, turchese o di un colore in edizione limitata) c'è il tasto di accensione. Una volta attivo è in grado di scollegare l’apparecchio in carica dalla rete elettrica come se ci si svegliasse di notte per staccare il cavo di alimentazione. Witty si può usare non solo con gli smartphone, ma anche con tablet, smartwatch, cuffie, speaker Bluetooth, caricabatterie USB di reflex digitali e pannelli luce.
Quali sono i punti di forza del vostro prodotto?
Grazie all’utilizzo di Witty i nostri clienti sono in grado di aumentare il ciclo di vita dei loro dispositivi. Infatti, da uno studio di Statista è emerso che oltre il 50% dei consumatori cambia il proprio apparecchio a causa della batteria non più performante e non per acquistare il nuovo modello.
Non necessita di batterie per funzionare ed è compatibile con qualsiasi dispositivo portatile che si ricarica via USB di tipo A fino a 65W come tablet, smartwatch, headphones, Bluetooth speakers o smartphone, sia iOS che Android.
Recentemente alcuni sistemi operativi moderni come iOS usano l'apprendimento automatico per tentare di capire le abitudini di ricarica quotidiane in modo che l'opzione di Caricamento Ottimizzato si attivi solo quando si prevede che il dispositivo sarà collegato a un caricabatterie per un periodo di tempo prolungato. Purché sempre utile, questa funzionalità software è soggetta a molte imprecisioni perché non è detto che vi sia un orario fisso di ricarica.
Con Witty, invece, si è in grado di ottimizzare il caricamento notturno premendo il suo tasto di accensione, rendendo la fase di ricarica in linea con i propri orari ed efficientandola rispetto alla predizione del software.
Qual è l’impatto ambientale generato da batterie e spreco energetico? Quale la sua correlazione con i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo?
Con l’aumento esponenziale di dispositivi portatili muniti di batterie agli ioni di litio, si è resa necessaria la ricerca di alcune best practice di ricarica per salvaguardare le prestazioni della cella di litio. Tutti i dispositivi portatili montano al loro interno delle batterie al litio, chi le dispone in serie e chi in parallelo, ma ognuno di essi presenta le stesse problematiche in quanto la struttura interna delle celle è la medesima. Witty si pone come obiettivo quello di aumentare il ciclo di vita della batteria agli ioni di litio attraverso una innovativa gestione della fase di ricarica, che permette all’utente finale di personalizzarla in base alle proprie abitudini giornaliere.
Riduzione. La prima regola delle "5 erre" introdotte dal Decreto Ronchi nel 1997; una strategia ideata per ridurre i rifiuti su scala globale. Witty riduce il numero di rifiuti di batterie e rallenta l'estrazione del litio che causa ingenti sprechi di acqua, fino a 2 milioni di litri per estrarre solamente 1 kg di litio. Ad esempio, per fabbricare una singola batteria portatile Dell (<1 kg di litio) si ottengono 10 kg di emissioni di CO2e e da un report di Green Alliance è emerso che allungare di un anno la vita di uno smartphone riduce di 1/3 la sua carbon footprint.
Ogni anno vengono immesse nel mercato Europeo, senza considerare il settore dell’automotive, circa 250.000 tonnellate di batterie portatili e industriali e solamente il 5% viene correttamente riciclato a causa degli elevati costi di smaltimento (dai 4.000 ai 6.000 euro). L’obiettivo di Witty, oltre a quello di affiancare il consumatore nel difficile rapporto che ha con le batterie al litio, è quello di ridurre il numero di celle che ogni anno vengono buttate prematuramente per una cattiva gestione della fase di ricarica. Infatti, con delle piccole accortezze è possibile allungare la vita media delle batterie con un conseguente vantaggio ambientale. Meno batterie vengono utilizzate e meno “terre critiche” dovranno essere estratte dal sottosuolo terrestre. Meno materiali dovranno essere realizzati e meno prodotti finali dovranno essere smaltiti. Dunque, agire sulla prima “erre” risulta essere di fondamentale importanza per poter gestire più facilmente le successive 4 regole: Riuso, Riciclo, Raccolta e Recupero.
Infatti, secondo uno studio dell’European Environmental Bureau, l’utilizzo per almeno un anno in più del nostro cellulare consentirebbe di risparmiare 2.1 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro il 2030.
Crede che in Italia si sia sviluppata una maggiore consapevolezza al riguardo? Cosa si sentirebbe di consigliare in tal senso?
In Italia le tematiche legate al corretto utilizzo e smaltimento delle batterie agli ioni di litio sono ancora indietro rispetto al resto dell’Europa ma ci si sta muovendo per non essere più il fanalino di coda. Il ruolo delle batterie è sempre più sotto i riflettori. La loro funzione è fondamentale per consentire la tanto discussa transizione ecologica. Infatti, se prima il loro utilizzo si limitava all’interno delle nostre case, oggi il loro uso si sta ampliando ad una più vasta categoria merceologica e di mercato. Secondo un rapporto pubblicato dalla Benchmark-Mineral Intelligence nello scorso marzo, si stima che entro il 2030 l’Europa arriverà ad una capacità produttiva di fabbriche di celle delle batterie pari a 789,2 GWh (per sostenere la costruzione di circa 15 milioni di automobili elettriche): quasi 6 volte di più rispetto a quanto si era stimato in un precedente rapporto risalente al 2018.
Da qui è nata l’esigenza di regolamentare in modo più organico e più sostenibile il loro utilizzo, la loro provenienza ma anche il loro futuro smaltimento nel momento in cui queste batterie arriveranno alla fine del loro ciclo di vita. La Direttiva che regolamenta il settore risale al 2006 (Direttiva 2006/66/EC), il cui obiettivo era quello di gestire l’utilizzo e la composizione chimica delle batterie, col fine di contenerne l’impatto ambientale. Tuttavia, la direttiva in questione si limita a regolamentare le batterie destinate all’uso domestico, ovvero quelle maggiormente in uso in quegli anni; oggi le esigenze sono però cambiate e, di conseguenza, è necessario un cambiamento anche nella normativa di riferimento.
Nel 2020 è partita così l’iniziativa di introdurre un passaporto (fornirà dati sulla provenienza delle materie prime, le sostanze pericolose contenute, la stima del ciclo di vita della batteria e le informazioni sullo stato della batteria) per i dispositivi elettronici all’interno del piano Europe Sustainable and Smart Mobility Strategy, con l’obiettivo di sostituire la ormai obsoleta direttiva del 2006 e garantire il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dall’Agenda 2030. Finalmente approvata il 10 marzo 2022, diventerà operativa nei prossimi mesi a seguito della conclusione del trilogo: quel processo legislativo che prevede la negoziazione informale tra commissione, consiglio e parlamento Europeo.
Ultimamente l’Italia ha iniziato ad investire nel paese per poter diventare la prima della classe nel Vecchio Continente. Infatti, il MiSE ha deliberato degli investimenti per poter creare una filiera completamente italiana del riuso delle batterie dismesse dalle auto per usarle come accumulatori stazionari e della produzione di batterie agli ioni di litio destinate al settore delle rinnovabili e dell’automotive.
Witty Srls è un'azienda che si occupa di creare complementi di elettronica che salvaguardano le batterie di PC, tablet e cellulari. Il suo operato può essere facilmente seguito anche su Facebook ed Instagram.
Pubblicata il 9 marzo 2022
Di cosa si occupa Soriano Motori?
SMC è una piattaforma globale di veicoli elettrici i cui valori fondamentali sono tradizione, innovazione ed eleganza. La nostra divisione di Ricerca e Sviluppo è costantemente alla ricerca di soluzioni a tutti i problemi dei veicoli elettrici di oggi, inclusi la carica della batteria e la capacità della batteria in relazione alla sua autonomia, le prestazioni del motore e i sistemi di trasmissione che ottimizzano la coppia, il suono dei veicoli elettrici basati sull'intelligenza artificiale (sistemi tecnici che consentono ai clienti di avere un suono unico per le loro moto), i sistemi di frenatura ABS ottimizzati, che potrebbero preservare l'energia e ricaricare il sistema della batteria ogni volta che si interrompe. Questi sono solo alcuni degli esempi dei numerosi brevetti che abbiamo sul mercato per rendere la transizione ai veicoli elettrici un viaggio da sogno per tutti i consumatori.
Cosa vi spinge a credere nel vostro progetto?
Oltre ad ogni credenza, c'è il nostro impegno ad essere, ancora una volta, innovativi in questo settore, proprio come abbiamo fatto in passato (ad esempio nel periodo prebellico in Europa degli anni Venti e Trenta). Oggi, grazie alle mie radici italiane e all'artigianalità che l'Italia offre ancora nel settore, siamo molto lieti di permettere la rinascita del nostro marchio con un approccio 100% made in Italy. Inoltre, siamo fermamente convinti che le nostre tecnologie e competenze possano adattarsi agli attuali quadri ESG e aiutare a ridurre a zero le emissioni di CO2. Siamo d'accordo con ciò che l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America stanno inserendo nelle loro agende politiche.
Quale relazione esiste fra le emissioni di CO2 generate dalle tradizionali moto ed autovetture ed i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo?
La correlazione è significativa, in quanto il settore dei trasporti diventa sempre più grande e i veicoli stessi diventano sempre più grandi. Per quanto ci riguarda, siamo i più piccoli del settore, ma il volume pro capite aumenta in modo esponenziale, il che fa spostare lentamente i consumatori dalle auto alle motociclette. Quindi il nostro impatto potrebbe essere minimo, nella lotta per risolvere questo enorme problema, ma siamo comunque intenzionati a fare la nostra parte. Stiamo pianificando un approccio a problemi più grandi, quali i container cargo, i natanti e l'industria aeronautica. Questo è il nostro obiettivo finale.
Crede che il mercato italiano sia sufficientemente pronto per l'elettrico? Quali migliorie apporterebbe?
Il mercato italiano, come tanti altri, è molto esigente e vive di critiche praticamente su tutto. È ciò che rende la competizione estremamente divertente e stimolante quando si è qui. Usiamo questa energia in modo pragmatico per far capire ai nostri ingegneri che dobbiamo costruire per risolvere i problemi del pianeta e non per fare soldi. Preferisco perdere soldi piuttosto che mettere qualcosa per le strade che sia a buon mercato, brutto ma redditizio, come è il caso di diversi scooter asiatici presenti su tutte le strade d'Italia oggi. Il nostro compito è soddisfare l'occhio e tutti i sensi che un essere umano utilizza per comprendere la bellezza. La funzionalità è un'altra questione ed è qualcosa che, con la nostra esperienza, sarà sempre tenuto in grande considerazione.
Soriano Motori è un'azienda che si occupa di creare moto di lusso elettriche. Il suo operato può essere facilmente seguito anche su Facebook ed Instagram.
Pubblicata il 13 febbraio 2022
Di cosa si occupa Equoevento?
Equovento è un’associazione senza scopo di lucro che si occupa di recuperare le eccedenze alimentari prodotte dai grandi eventi per ridistribuirle poi alle mense caritative. L'idea nacque nel 2014, i fondatori si trovavano con degli amici ad un matrimonio e vedendo che era avanzato molto ottimo cibo dal buffet chiesero cosa se ne facesse di tutte quelle prelibatezze. Con molto dispiacere gli venne detto che per legge quel cibo veniva gettato e che ad ogni evento avanzava sempre molto cibo a causa dell’imprevedibilità del numero dei partecipanti e per la tendenza ad abbondare nei menu per la paura che il cibo non fosse sufficiente. Dopo aver studiato bene le normative ed aver scoperto che quel cibo in realtà poteva essere recuperato e ridistribuito per fini caritatevoli, si decise di fondare Equoevento nella città di Roma, creando una rete di volontari e mense a cui destinare il cibo. Sono passati 8 anni ed oggi l'associazione ha diverse sedi: in Italia siamo presenti a Roma, Milano, Torino e Lecce mentre all' estero siamo a Madrid e Parigi.
Quali sono le caratteristiche che la rendono un’iniziativa in cui credere?
In Europa 89 milioni di tonnellate di cibo sono sprecate ogni anno. Dal 2016 al 2021 solo la nostra associazione, su Roma, ha potuto salvare, grazie anche ai nostri fantastici volontari, quasi 8 tonnellate di eccedenze, donando in questo modo cibo a più di 52.000 persone. E’ importatane capire che con un’unica azione è possibile ottenere tre importanti risultati:
• sociale: permettendo a chi ne ha bisogno di gustare le stesse pietanze degli invitati di un evento si può rendere più lieta la giornata di chi si trova in difficoltà;
• ambientale: grazie alla riduzione dei rifiuti umidi che sarebbero immessi nell’ambiente;
• di rispetto della natura: evitando sprechi e promuovendo una migliore gestione delle risorse si rispetta la natura e ciò che ci offre.
Ci tengo a precisare che le eccedenze hanno dei requisiti igienici verificati e pertanto, sono recuperabili e destinabili all’alimentazione umana a differenza dei rifiuti alimentari (ad esempio i cibi che hanno superato la data di scadenza o marci).
Quale correlazione esiste fra lo spreco di cibo ed il surriscaldamento globale?
In Europa 122 milioni di persone sono a rischio povertà ed esclusione sociale e 42,5 milioni di persone non possono permettersi un pasto di qualità un giorno su due. Mi rifaccio a chi è più competente di me: «lo spreco di cibo — oltre alle questioni etiche ed all'ingente danno economico — porta anche ad un irreparabile danno ambientale. A livello globale, lo spreco alimentare è infatti responsabile di 4,8 miliardi di tonnellate di gas serra emesso nell'atmosfera e di un consumo di acqua pari a 180 miliardi di metri cubi». Questi sono studi riportati da Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, presidente e segretario generale della World Organization for International Relations. Dunque è facilmente intuibile che a causa dell’immondizia che produciamo si genera moltissimo gas che impatta negativamente sul nostro pianeta. Un problema paradossale, se si mette a confronto con i numeri della fame nel mondo.
Crede che in Italia l’attenzione nei confronti dell’ambiente sia aumentata? Quale consiglio si sentirebbe di dare in tal senso?
Sicuramente c’è sempre più consapevolezza riguardo il tema, a partire dalle proteste in piazza (prima della diffusione del Coronavirus) di Greta Thunberg ad uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, ossia dimezzare lo spreco alimentare pro capite globale al dettaglio e al consumo entro il 2030. Limitare lo spreco alimentare vuol dire contribuire alla lotta contro la fame e i cambiamenti climatici e quindi capire che tutti, con semplici gesti, possiamo aiutare a preservare il nostro pianeta. Da poco si è concluso un progetto che abbiamo portato avanti nelle scuole elementari del comune di Tivoli (RM), dove abbiamo spiegato ai bambini l’importanza del cibo, delle eccedenze alimentari e quali siano i principi guida da seguire per non sprecare, che lascio come consiglio per tutti:
• acquistare gli alimenti man mano che si desidera consumarli e nella quantità giusta;
• controllare quotidianamente il frigo e settimanalmente la dispensa: il consumo degli alimenti presenti deve essere prioritaria;
• imparare a conservare gli avanzi: riponendo il cibo subito in frigo o congelandolo è facile mantenerlo in buone condizioni perché possa essere riutilizzato;
• imparare a riciclare gli avanzi: la cucina creativa ci insegna che non è difficile abbinare gli ingredienti per ottenere un piatto originale;
• verificare la scadenza degli alimenti;
• utilizzare le doggy bag quando non terminiamo del cibo al ristorante;
• contattare realtà come la nostra quando si organizzano grandi eventi, in maniera da poter dare una seconda opportunità a dell’ottimo cibo, invece di essere gettato.
E’ facile!
Equoevento è un'associazione che si occupa di sostenere le mense caritative utilizzando le eccedenze alimentari provenienti da banchetti ed eventi di ogni tipo. La loro lodevole attività può essere seguita anche su Facebook ed Instagram.
Pubblicata il 28 gennaio 2022
Da dove nasce l’idea per Green Feeling?
Green Feeling è frutto del lavoro e della passione di tre professionisti sensibili verso l'ambiente: Francesco, consulente energetico e Serena, architetto - amici e colleghi già nel campo delle energie rinnovabili - a cui si è unito Giuseppe, laureato in architettura.
Nel 2018, dopo aver partecipato a un corso di formazione e aver sostenuto l’esame finale, abbiamo acquisito la qualifica di esperti in interventi energetici sostenibili del territorio.
Cosa vi spinge a credere nel vostro progetto?
Vogliamo fare la nostra parte. È necessario un repentino cambiamento nei consumi, nei comportamenti e ognuno può e deve dare il proprio contributo. Il nostro intento è aiutare tutti coloro che non sanno ancora come muoversi nel campo della sostenibilità, partendo dalle aziende, dai professionisti e dalle realtà locali.
Sul nostro sito spieghiamo come aiutiamo le aziende a migliorare e a valorizzare le proprie risorse, oltre che ad essere più sostenibili. Ci occupiamo di comunicazione, marketing e, dove necessario, anche di progettazione ed efficientamento.
A sostegno delle realtà locali che condividono i nostri stessi valori, abbiamo anche fondato insieme ad altri colleghi del settore l'associazione Filo Verde APS, per creare una rete verde che riesca a unire tutti coloro che credono in una città più sostenibile.
Qual è l’attuale situazione, in termini di emissioni e dei conseguenti cambiamenti climatici nel mondo?
Gli ultimi dati mostrano cambiamenti senza precedenti del clima mondiale. La COP 26 sui cambiamenti climatici si è conclusa dopo due settimane di negoziati. Tra le iniziative più importanti: l’impegno dei paesi sviluppati ad aumentare i contributi per contrastare i cambiamenti climatici e l’obbligo di impegnarsi a ridurre le emissioni di metano.
Gli studi scientifici sui cambiamenti climatici in Europa prevedono l’aumento della frequenza e dell’intensità dei fenomeni meteorologici estremi, con effetti critici per la natura e le persone.
Tuttavia, secondo gli scienziati, l’azione umana può cambiare il corso degli eventi, urge in primis una riduzione rapida delle emissioni di gas serra, che limiterebbe i cambiamenti climatici e i loro effetti sul pianeta.
Credete che in Italia si sia sviluppata una maggiore consapevolezza al riguardo? Cosa vi sentireste di consigliare in tal senso?
Le persone sono diventate più sensibili e informate, ma la strada è ancora lunga. Attraverso il nostro lavoro cerchiamo di sensibilizzare e far conoscere le buone pratiche per ridurre l'impatto delle nostre azioni quotidiane. Ciò che serve, però, è il sostegno e la partecipazione delle realtà locali, dei negozi, delle aziende, per offrire una maggiore scelta e sensibilizzare i consumatori dando anche un esempio da seguire. Spesso troviamo titolari sensibili alla tematica, ma che non sanno come capitalizzare il proprio impegno o valorizzare la propria azienda. Il nostro consiglio, da professionisti e da consumatori, è di sostenere le realtà che investono e si impegnano per l'ambiente, cercando di preferire quelle locali e attente alla sostenibilità. Questo aiuterà sia noi, sia il nostro territorio.
Green Feeling è un'azienda che mette a disposizione di altre aziende le proprie conoscenze ed il proprio supporto in termini di ecologia e crescita sostenibile. Visita il loro canale Facebook ed Instagram.
Pubblicata il 20 dicembre 2021
Di cosa si occupa ènostra – l’energia buona?
ènostra è una cooperativa che produce e fornisce elettricità rinnovabile, sostenibile ed etica a famiglie, imprese e organizzazioni del terzo settore. Si fonda sulla partecipazione attiva e sul coinvolgimento delle comunità per cambiare dal basso il modo di produrre e consumare energia.
Per quale ragione credete in questo progetto?
Abbiamo creato ènostra perché crediamo che oggi sia fondamentale favorire la transizione energetica dall'attuale modello basato sull'utilizzo delle fonti fossili a un modello energetico democratico, equo e accessibile a tutti, 100% rinnovabile tale da produrre benefici, diretti e indiretti, per i propri soci e per le comunità locali. Inoltre, pensiamo che sia fondamentale contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei del 40% di rinnovabili nel mercato elettrico entro il 2030 realizzando nuovi impianti rinnovabili collettivi, incrementando l’autoconsumo (sia singolo sia collettivo), e migliorando l’efficienza energetica del comparto residenziale e dei settori terziario e secondario. ènostra stimola la produzione di energia elettrica dal basso, grazie a un fondo di produzione creato appositamente par la costruzione o acquisto di impianti di nuova produzione di energia rinnovabile (fotovoltaici, eolici e idroelettrici ad acqua fluente), a cui possono aderire i cittadini e, prossimamente, anche le imprese. Parallelamente promuoviamo lo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili sui territori sostenendo gli enti locali in tale percorso e favorendo l’adesione dei cittadini.
Ad oggi la cooperativa conta oltre 9.000 soci, tra cooperatori e sovventori, accomunati dalla volontà di mitigare la propria impronta ecologica mediante scelte consapevoli, ridurre i propri consumi, utilizzare energia rinnovabile condivisa, contribuire alla transizione energetica.
Qual è la relazione fra energia e cambiamenti climatici? In quale altro modo il consumo di energia proveniente da fonti non rinnovabili sta modificando il pianeta?
In tutto il mondo l’uso di energia rappresenta in assoluto la principale fonte di emissioni di gas a effetto serra dovuti all’attività umana. Circa due terzi delle emissioni di gas serra a livello globale sono connessi all’uso di combustibili fossili per il riscaldamento, la produzione di energia elettrica, il trasporto e l’industria. Il nostro consumo e la nostra produzione di energia hanno quindi un impatto enorme sul clima e viceversa: i cambiamenti climatici possono alterare il nostro potenziale produttivo di energia e il nostro fabbisogno energetico, ma non solo: hanno un impatto importante sulla qualità della nostra vita. Secondo un rapporto della Banca Mondiale entro il 2050 almeno 216 milioni di persone nel mondo saranno costrette a lasciare le loro case e migrare a causa dei cambiamenti climatici. In tutto il mondo l’impatto sui mezzi di sussistenza delle persone e la perdita di vivibilità di luoghi altamente esposti a eventi climatici estremi spingeranno un numero sempre maggiore di cittadini a spostamenti interni o transnazionali.
Quali sono, in Italia, gli incentivi per passare alle rinnovabili? Come sta reagendo il nostro mercato? Quale consiglio si sentirebbe di dare ai consumatori?
Oggi i cittadini possono usufruire della detrazione del 110% se si realizza in impianto fotovoltaico a seguito di un intervento di efficienza energetica della propria abitazione che fa fare un salto di due classi energetiche, parliamo di un intervento trainato all’interno del noto meccanismo del Superbonus 110%. Poi restano sempre le detrazioni dell’Irpef del 50% su dieci anni se si vuole installare un impianto fotovoltaico. Un’opportunità importante è data dal modello delle comunità energetiche rinnovabili, che prevede una tariffa incentivante (detta tariffa premio) da parte del GSE su tutta l’energia condivisa tra i membri della comunità energetica. Per gli impianti industriali o i grandi impianti, invece, che siano fotovoltaici o eolici, oggi esiste la possibilità di partecipare ai registri o alle aste del GSE del cosiddetto DM FER 1 che prevedono degli incentivi per l’energia prodotta.
Incentivi a parte, quello che in realtà i consumatori devono fare per prendere parte attiva alla transizione energetica è diventare “cittadini energetici” e sganciarsi progressivamente dalle fonti fossili, mitigando così gli effetti del “caro bollette” cui stiamo assistendo in questi mesi. I singoli cittadini hanno il potere di farlo a partire dall’azione più semplice ovvero decidere di acquistare e consumare solo energia 100% rinnovabile o aderire a iniziative di produzione elettrica rinnovabile dal basso, come la nostra campagna “Libertà è autoproduzione” che permette a chi investe nel Fondo di Produzione di ènostra di diventare prosumer (produttore e consumatore di energia) e avere il prezzo bloccato dell’energia, ma anche aderire alle comunità energetiche o realizzare interventi di efficienza energetica per ridurre i propri consumi.
Pubblicata il 21 ottobre 2021
Di cosa si occupa AzzeroCO2?
AzzeroCO2 è una società di consulenza che da quasi vent’anni, ben prima quindi che diventasse “di tendenza”, si occupa di sostenibilità. Offriamo consulenza su strategie ambientali, di efficientamento energetico, di sostenibilità e compensazione adattate alle esigenze di ciascuno dei nostri clienti. In AzzeroCO2 costruiamo la nostra visione di un mondo più equo e sostenibile progettando e realizzando soluzioni che permettano alle aziende di creare benessere condiviso per tutti i loro stakeholder, aumentare il valore del brand e ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Le nostre soluzioni sono rivolte anche agli enti pubblici e ai privati, a dimostrazione del fatto che il nostro lavoro è orientato verso uno sviluppo sostenibile che permetta di interconnettere la dimensione economica, sociale e ambientale.
Quali sono le caratteristiche che lo rendono un progetto importante?
Grazie alla nostra lunga esperienza, siamo in grado di offrire ai nostri clienti soluzioni a 360° che, basandosi su un’attenta analisi delle specifiche situazioni, non sono semplici palliativi ma risposte innovative alle sfide contemporanee volte a ridurre il proprio impatto sull’ambiente.
Quali atteggiamenti che la sua azienda tenta di modificare sono fra le principali cause dei cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo?
In AzzeroCO2 siamo convinti che il cambiamento sia già in moto, l’unica differenza tangibile è fra chi ne ha preso atto e chi ancora no. Chi si sta già muovendo, oggi, per ridurre il proprio impatto ambientale sarà in una posizione di vantaggio economico e sociale rispetto a tutti gli altri. Il nostro lavoro è anche quello di aiutare chiunque lo voglia ad intraprendere questa strada: aiutiamo le imprese e gli enti a cambiare paradigma mentale, ad adottare un approccio resiliente a rinnovare il modo di approvvigionarsi di energia, a creare processi di economia circolare, a rendere efficienti le loro strutture, modificando gli atteggiamenti timorosi di innovare e dunque ancorati ad un’economia basata sull’utilizzo sconsiderato delle risorse come se fossero infinite.
Crede che in Italia l’attenzione nei confronti dell’ambiente sia aumentata? Quale consiglio si sentirebbe di dare in tal senso?
L’attenzione sia dei cittadini che delle istituzioni è sicuramente aumentata, come dimostrano sia il mercato sia le nuove legislazioni quali il Green Deal. Molte imprese stanno già seguendo questo nuovo corso ma sono ancora tantissime quelle che non hanno adottato una strategia green. Come abbiamo già detto, l’unica vera differenza è fra chi sta partecipando attivamente al cambiamento e chi invece rimarrà indietro.
Azzero CO2 è nata nel 2004, quando Legambiente e Kyoto Club hanno sentito il bisogno di dimostrare nel concreto quanto la conversione ecologica fosse un’opportunità per imprese, enti e territori, di essere più resilienti, efficaci ed avere successo.
Pubblicata il 20 ottobre 2021
Di cosa si occupa AGNES?
AGNES sta per Adriatic Green Network of Energy Sources è una società nata a Ravenna per sviluppare energia rinnovabile offshore (in acque internazionali) nel mare Adriatico. Attualmente AGNES sta sviluppando progetti da Trieste fino a Pescara per oltre 5000Mw di potenza elettrica. Il primo progetto, quello in fase più avanzata, è al largo di Ravenna ed ha un potenziale di 750Mw per un costo complessivo di circa 1,8 miliardi di euro. Si tratta del primo hub energetico al mondo. L’idea è quella di sostituire i pozzi metaniferi offshore con fonti rinnovabili: eolico, solare galleggiante e idrogeno.
Cosa vi spinge a credere nel vostro progetto?
Solo il buonsenso; può sembrare poco, ma siamo stati coraggiosi. Quando nel 2017 abbiamo avviato il progetto, non esisteva nessuna regolamentazione in Italia per svilupparne uno come il nostro e neppure incentivi pubblici dedicati. Tuttavia, noi ritenevamo che la strada giusta per l’Italia fosse quella delle rinnovabili offshore e dell’idrogeno verde e abbiamo deciso di investire comunque nel progetto, forse per primi. Questa scelta controcorrente sta pagando: nel 2019 abbiamo fondato la startup innovativa AGNES, che ha avviato ufficialmente il progetto. Nel 2020 si sono affiancate nello sviluppo le società Saipem e Qint’x e nel 2021 il governo italiano ha votato alla camera ed al senato un finanziamento per una parte del progetto. Quella specifica al riutilizzo delle piattaforme metanifere dismesse dell’idrogeno verde prodotto in mare aperto.
Con il nostro sistema, oltre a produrre energia pulita, liberiamo in mare ossigeno e questo contribuisce alla pulizia e all’ossigenazione del mare. Oggi è il miglior sistema possibile per generare energia, ecologicamente fantastico; magari fra 50 anni esiterà qualcosa di migliore ma noi abbiamo l’obbligo di agire subito con le tecnologie oggi disponibili.
Quali sono, secondo lei, le principali cause dei cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo? Esiste una relazione fra questi ultimi e l'uso di energia proveniente da fonti non rinnovabili?
La causa principale è l’inquinamento che i 7 miliardi di uomini e donne sulla terra generano ogni giorno. I fattori maggiori sono l’eccessiva produzione di CO2, che deriva dal consumo di energia prodotta da fonti fossili (petrolio, carbone e metano), dalla deforestazione e dall’eccessivo uso di carne. I fattori che concorrono all’aumento delle temperature globali sono molteplici. Le fonti rinnovabili possono avere un impatto molto rapido nella riduzione della CO2, e quindi occorre installarle subito. La loro vita utile non è molto lunga (trent'anni circa) quindi anche l’impatto ambientale è molto limitato nel tempo. Oggi si perde troppo tempo in studi ambientali di oggetti che sostanzialmente apportano grandi benefici., valutando più il loro potenziale danno che i loro immensi benefici.
Non bisogna dimenticare, fra le soluzioni, anche la riforestazione (le piante assorbono la CO2 in eccesso nell’aria e la trasformano in legno. Fintanto che le piante non vengono bruciate, lì resta, quindi occorrono più alberi centenari).
Infine gli animali da allevamento sono grandi produttori di CO2, occorre limitare il consumo di carne al minimo necessario mentre, purtroppo, oggi se ne abusa. (1 kg di carne genera circa 86kg di CO2, mentre 1 kg di lenticchie 0,86kg. 100 volte di meno).
Crede che il mercato italiano sia sufficientemente pronto per l'eolico? Quali migliorie apporterebbe?
In italia la risorsa eolica è molto inferiore a quella dei paesi del nord Europa; occorre non fare errori. A terra lo spazio è limitato e in gran parte l’abbiamo già usato (e, potrei aggiungere, non tanto bene). Quindi dobbiamo sostituire i parchi eolici vecchi con dei nuovi parchi più efficienti e installarne di nuovi facendo attenzione a non sprecare territorio, come nel caso delle 4000 pale mini-eoliche installate in Italia che generano meno di 400Mwh all’anno. Il mare è la nuova frontiera. In alcune zone del mare italiano è possibile installare grandi potenze eoliche e occorre farlo subito. Il nostro progetto è un esempio perfetto di integrazione di nuove tecnologie: non solo eolico, ma tanto solare e idrogeno verde. Il solo eolico non è sufficiente: occupa tanto spazio e lo spazio, anche in mare, va sfruttato bene.
L'energia ottenuta da carboni fossili e fonti non rinnovabile contribuisce, insieme a deforestazione ed allevamento animale, al surriscaldamento globale e a cambiamenti climatici sempre più devastanti. AGNES è un progetto per generare energia pulita in maniera efficiente.
Pubblicata il 5 ottobre 2021
Di cosa parla e come è strutturato il vostro libro 10 idee per salvare il pianeta (prima che sparisca il cioccolato)?
I primi dieci capitoli del libro corrispondono ad altrettanti aspetti della quotidianità - casa, ufficio, scuola, maternità, tempo libero - sui quali Matteo Nardi ed io abbiamo cercato di offrire spunti di riflessione e suggerimenti pratici per migliorare lo stile di vita di ognuno e renderlo sempre più a minimo impatto ambientale.
Chiude il libro una “bonus track”, ovverosia un undicesimo capitolo nel quale riportiamo le storie di chi ha già iniziato a realizzare quel cambiamento che vorremmo vedere attuato nel mondo: esempi di buone pratiche individuali, aziendali e associative che incoraggiano ad armarsi (di buone intenzioni) e a partire perché tutti, un passo alla volta, possono essere gli eroi che servono al mondo.
Cosa vi spinge a credere nel vostro progetto?
Non viviamo in un film hollywoodiano: quando avremo soffocato la Terra con rifiuti e inquinamento non ci sarà un pianeta B per l’umanità. Il momento per rimboccarsi le maniche è adesso, prima che sia troppo tardi e prima che spariscano o divengano rare e costose risorse fondamentali per il pianeta (e comfort food come caffè e cacao!). Le decisioni prese dai governi saranno fondamentali ma il mondo ha bisogno che ognuno di noi, nella propria quotidianità, provi seriamente a fare la differenza. Vivere in modo più green è facile e si può iniziare da semplici e piccoli gesti: a guadagnarci saremo noi e il pianeta.
Quale relazione esiste fra gli atteggiamenti quotidiani di ognuno di noi (a casa, a lavoro, a scuola, nel tempo libero e a tavola) ed i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo?
Ogni azione ha di per sé un impatto. Se pianto un albero (stando attenta che non sia una specie aliena e addirittura infestante) potrò aiutare il pianeta. Se decido di mangiare frutti tropicali che hanno attraversato un oceano anziché gustosi frutti dei nostri territori, avrò consumato più risorse del dovuto. Mettere sulla bilancia le diverse scelte ci può aiutare a pesare meno in termini di impronta ecologica. Attualmente un italiano vive come se avesse a disposizione le risorse di quasi tre Terre! Tutto ciò velocizza i cambiamenti climatici che renderanno il nostro meraviglioso mondo un luogo sempre più inospitale e, se non agiamo subito, potrebbe essere davvero troppo tardi.
Crede che i cittadini si stiano sensibilizzando nei confronti delle problematiche ambientali? Quale consiglio si sentirebbe di dare per velocizzare questo processo?
Un cambiamento sta avvenendo, ma è tutto troppo lento. Qui non si tratta di rinunciare a qualcosa di superfluo, ma di fare ciò che è necessario. Se volete ridurre subito l’impatto ambientale, da domani cercate di acquistare prodotti di seconda mano: risparmierete sotto tutti i punti di vista e sotto quello economico. Al contempo mettete in circolo ciò che non vi serve ed iniziate a consumare energie rinnovabili: anche chi non è nelle condizioni di installare un pannello solare sul tetto domestico, può alimentare la propria casa o il proprio ufficio con l’energia acquistata da un gestore che fornisce esclusivamente energia pulita (es. io l’ho fatto con ènostra che è anche in una delle storie del libro).
10 idee per salvare il pianeta (prima che sparisca il cioccolato) di Matteo Nardi e Letizia Palmisano è un libro scritto in maniera semplice e scorrevole, adatto a chiunque fosse interessato ad avvicinarsi a queste tematiche per la prima volta.
Pubblicata il 18 novembre 2020
Di cosa si occupa la LAV?
LAV dal 1977 si occupa della tutela degli animali. Abbiamo cominciato opponendoci alla vivisezione e ci siamo estesi in tutti gli ambiti nei quali gli animali sono sfruttati e uccisi dall’uomo: dall’alimentazione all’abbigliamento, dalla sperimentazione agli spettacoli dalla caccia alla pesca, fino alla criminalità organizzata.
Parliamo di clima. Secondo lei ci sono stati effettivamente dei cambiamenti negli ultimi cinquant'anni? Quali sono state le cause principali?
È innegabile che i cambiamenti climatici stiano avvenendo e che questo sia un grave rischio per tutto l’ecosistema. Negli ultimi anni ci sono stati certamente anche molti cambiamenti in positivo, sia dal punto di vista della cultura che della normativa. Dobbiamo però registrare che dal secondo dopoguerra in poi l’incremento del consumo di carne e di prodotti animali è stato enorme e si è concretizzato in un numero incredibile di animali uccisi e in un impatto ambientale terribile del quale stiamo pagando le conseguenze. Lo stesso Covid che oggi ci assedia è frutto degli allevamenti e dello sfruttamento degli animali.
Qual è la relazione fra cambiamento climatico ed allevamenti intensivi?
La relazione è strettissima. Il rapporto FAO Livestock’s long shadow ha indicato negli allevamenti la produzione del 18% di anidride carbonica, metano e ossido di azoto da attività umane, valore revisionato successivamente dagli stessi autori fino al 51%. In pratica una bistecca costa 18kg di CO2, oltre a tutta un’altra serie di impatti su suolo, foreste, acque… Nel 2018, nel mondo, sono stati macellati 69 miliardi tra galline e polli, 5 miliardi di maiali, 656 milioni di tacchini, 574 milioni di pecore, 479 milioni di capre e 302 milioni di bovini. La FAO stessa prevede che se non cambiamo rotta la produzione mondiale di carne nei prossimi decenni raddoppierà, passando dai 229 milioni di tonnellate del biennio 1999/2001 a circa 465 milioni di tonnellate per il 2050, mentre quella di latte aumenterà nello stesso periodo da 580 a 1043 milioni di tonnellate. Le conseguenze sul clima, oltre che sugli animali, sono facilmente prevedibili…
Cosa si potrebbe fare, secondo lei, per migliorare i settori del mercato maggiormente “colpevoli” e renderli più sostenibili?
LAV è convinta che si debba disincentivare l’allevamento e promuovere la produzione di proteine vegetali. Lo abbiamo chiesto recentemente, purtroppo senza essere ascoltati, anche all’Unione Europea, che con la Politica Agricola Comunitaria continua a finanziare attività di produzioni animali altamente inquinanti. Ma il cambiamento può arrivare anche dai cittadini. Il Rapporto Coop 2020 ci parla di un aumento del 7,1% delle vendite dei sostitutivi delle proteine animali. La scelta è nostra: se continueremo a nutrirci sul modello corrente andremo verso il collasso, se invece capiremo che le fonti di cibo vegetale sono il futuro, allora avremo una speranza.
LAV si occupa da anni di didattica nel più totale rispetto di animali ed ambiente. Oltre ad una meravigliosa rivista dedicata ai più piccoli, il sito Piccole Impronte mette a disposizione materiale da utilizzare a scuola ed indice interessanti concorsi per bambini.
Nonostante negli ultimi anni alcuni abbiano voluto negare l'esistenza del surriscaldamento globale, questo documentario mostra lo scioglimento dei ghiacciai e mette gli spettatori di fronte ad un mutamento che ha già avuto inizio.
A cosa è dovuto lo sbiancamento dei coralli? Quali effetti sta avendo sugli ecosistemi che dipendono da questi particolari animali? Chasing Coral parla di questo e molto altro, fornendo dati affidabili ed un'interessante visione d'insieme.
In questo documentario, la cui visione è totalmente gratuita, Leonardo Di Caprio viaggia per il mondo incontrando esperti, valutando gli effetti del cambiamento climatico ed offrendo soluzioni pratiche.
Vincitore del premio Oscar nel 2007, questo documentario segue Al Gore e le sue campagne di sensibilizzazione contro il cambiamento climatico ed il surriscaldamento globale.
Questo documentario riprende la Terra da una stazione spaziale ed è stato realizzato in collaborazione con la NASA. In esso, oltre alla bellezza del nostro pianeta, sono visibili la sua fragilità e l'impatto sempre più devastante delle attività umane.
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