Leggere è un'attività utilissima e bellissima, che arricchisce chi la svolge, ma che purtroppo di questi tempi è un po' fuori moda. Per quanto ci riguarda, abbiamo pubblicato - o stiamo per farlo - libri per bambini, ragazzi ed adulti, per non lasciare fuori nessuno e coinvolgere tutti nel nostro progetto. Con ogni titolo, sosterremo un'associazione che lavora per rendere il pianeta Terra un posto migliore. Tu cosa vorresti leggere? Scegli la storia che fa più al caso tuo!
"La mercificazione della natura sta portando alla scomparsa non solo animali meravigliosi, ma anche interi gruppi di piante che hanno un ruolo decisivo negli ecosistemi. Purtroppo continuiamo a pensare al pianeta come ad un grosso supermercato, dove basta pagare il prezzo giusto per potersi permettere qualsiasi cosa ci venga in mente. (...) È tempo di ridefinire il nostro rapporto con la natura, passando dal considerarla come una risorsa da sfruttare a una realtà da rispettare e proteggere."
"L'agricoltura animale ed i suoi prodotti ricchi di metano ed ossido di azoto, compresa la pelle, contribuiscono alle emissioni di gas serra con il 24% del totale globale. L’impatto ambientale della produzione calzaturiera non è solo dettato dal processo di concia, ma anche dalla parte precedente relativa all’allevamento intensivo del capo destinato al consumo alimentare. Le emissioni di CO2 e quelle di metano generate negli allevamenti sono una componente importante dell’inquinamento atmosferico."
"L’industria animale è la principale causa di cambiamento climatico, effetto serra, esaurimento dell’acqua, inquinamento atmosferico, produzione di escrementi, deforestazione, distruzione della foresta pluviale, erosione e degrado del suolo, declino della biodiversità, uccisione di animali selvatici, zone morte negli oceani, senza parlare di fame nel mondo, ingiustizia sociale, diffusione di malattie, resistenza agli antibiotici, zoonosi e pandemie. L’impatto sul pianeta in termini di sfruttamento è insostenibile ed i suoi danni incalcolabili."
"Noi accogliamo animali che provengono spesso (95% delle volte) da sequestri, sia penali (per maltrattamento) sia amministrativi (per detenzione abusiva). Per gli animali sequestrati le ASP prevedono l'abbattimento! Noi, i rifugi, quando possibile, li accogliamo e salviamo. Il nostro è un rifugio che fa parte della Rete dei santuari animali liberi d'Italia. Non riceviamo sovvenzioni dallo Stato o dal Comune, come avviene per i canili o gli allevamenti. E non guadagnamo sfruttando gli abitanti del rifugio, come zoo, circhi, fattorie didattiche."
Pubblicata il 15 novembre 2024
Da dove nasce l’idea per il suo libro Trafficanti di natura?
Il libro nasce da una serie di inchieste condotte tra il 2018 e il 2022. In quegli anni ho lavorato insieme ad un team internazionale di giornalisti investigativi basati in Sud Africa, Francia e Germania (e Italia), per meglio comprendere il mondo del traffico illegale di specie selvatiche. Siamo partiti con i rettili, poi abbiamo lavorato sulle tigri e infine sul legno tropicale. Questo percorso ha portato ad accrescere un senso di urgenza, dati i numeri e le conseguenze che bracconaggio e traffico comportano. Per questo ho voluto approfondire il tema e trattare sia le specie più conosciute - elefanti, rinoceronti, tigri - ma anche le meno conosciute, come le anguille o i cavallucci marini, per tentare di portare alla luce un mondo poco esplorato ma che sta facendo danni enormi alla biodiversità e a intere comunità. Questo percorso mi ha portato a sentire la responsabilità di far conoscere un fenomeno che spesso rimane nell'ombra, ma che sta devastando la nostra biodiversità e minacciando le risorse naturali da cui tutti dipendiamo. Un modo per aprire una finestra e capire quanto grande sia l’impatto delle nostre attività sul mondo naturale. Ma raccontare anche qualche caso in cui i regolamenti internazionali, gli accordi e gli studi scientifici hanno portato ad un miglioramento della situazione.
Quali argomenti presenta e come mai li ritiene importanti?
Il libro tratta essenzialmente il vastissimo mondo del traffico di specie selvatiche, sia animali che piante. Si va dagli animali iconici, e più conosciuti, a quelli che forse non avete nemmeno mai sentito nominare, ma che stanno subendo una strage nascosta. Questo mercato nero è il quarto al mondo come fatturato, dopo armi, stupefacenti ed esseri umani, e vede impegnati veri e propri gruppi criminali dediti alla distruzione della natura. Ogni capitolo è più o meno dedicato ad una specie in particolare, con esempi anche nazionali. Raccontare di questi temi è importante perché il traffico illegale ha impatti sulla vita di ognuno di noi, non solamente sulla specie in questione. La perdita di biodiversità ha un enorme impatto sulle nostre economie e sulla nostra salute. Raccontare queste storie non è solo un atto di denuncia, ma un invito a riflettere sul nostro ruolo in questo sistema. Perché proteggere la biodiversità non significa solo salvare le specie, ma anche garantire un futuro sostenibile per tutti noi.
In che modo le attività legate al traffico illegale di animali hanno un impatto sull’ambiente? Crede ci sia un legame fra il traffico illecito, comunque soggetto al concetto di compravendita, e la cosificazione degli animali nella cultura occidentale e orientale?
Stiamo vivendo una crisi ecologica, in cui il prelievo di risorse naturali è maggiore della possibilità di ripristino da parte dei processi naturali. E questo ricade anche nella compravendita di piante e animali. Spesso le loro parti o i sottoprodotti (si pensi al corno di rinoceronte, o alle ossa di tigre) vengono vendute perché la tradizione le considera dei rimedi medicinali. Ma sappiamo da tempo che questi rimedi non hanno alcuna efficacia. C’è poi tutta una filiera di hobbisti e collezionisti che sta portando all’estinzione interi filoni solo per il loro valore economico sul mercato nero. La mercificazione della natura sta portando alla scomparsa non solo animali meravigliosi, ma anche interi gruppi di piante che hanno un ruolo decisivo negli ecosistemi. Purtroppo continuiamo a pensare al pianeta come ad un grosso supermercato, dove basta pagare il prezzo giusto per potersi permettere qualsiasi cosa ci venga in mente. Un cortocircuito che rischia di farci pagare un prezzo molto, molto alto. È tempo di ridefinire il nostro rapporto con la natura, passando dal considerarla come una risorsa da sfruttare a una realtà da rispettare e proteggere, per il bene del pianeta e delle future generazioni.
Crede che in Italia si sia sviluppata una maggiore consapevolezza riguardo alla salvaguardia degli animali e alla tutela della biodiversità? Cosa si sentirebbe di consigliare in tal senso?
Ci sono dei casi di successo dove la cultura ambientale ha invertito la rotta. Penso ad esempio al traffico illecito di cardellini che avveniva nel mercato di Ballarò a Palermo. Oggi dopo anni di comunicazione e di repressione da parte delle forze dell’ordine, è difficilissimo acquistare un cardellino in cattività (anche se non impossibile). Certo è che alcune mode - soprattutto nel settore dei pets - sta mostrando un lato della nostra società che è totalmente disconnesso con la natura. Non la conosce, non la rispetta, ne è solo un predatore. E’ anche vero che la scuola, e molte realtà associative e della società civile stanno facendo un grande lavoro di educazione con le nuove generazioni. Sono loro che dovranno e potranno migliorare la situazione e, magari, riparare ai nostri danni. Ci sono segnali incoraggianti che dimostrano come l'informazione e la legge possano fare la differenza, come nel caso del traffico di cardellini a Palermo. Tuttavia, dobbiamo affrontare il problema a livello sistemico: serve un maggiore impegno da parte delle istituzioni, ma anche un cambio di mentalità da parte dei cittadini. Dobbiamo smettere di considerare la natura come un lusso accessorio e iniziare a vederla per ciò che è: una risorsa vitale che merita di essere protetta con urgenza e determinazione.
Pubblicata il 9 giugno 2023
Di cosa si occupa Bella Storia Vegan Shoes?
È un piccolo brand che realizza scarpe, come una volta, a mano, utilizzando solo materiali naturali, cruelty free ed animal friendly. Nasce dalla passione per le scarpe e dall’impegno di voler contribuire a raccontare una “Bellastoria” di cambiamento a favore degli animali e del nostro pianeta. Oltre alle scarpe, realizziamo anche accessori, come calze, calzini in viscosa di bambù, antibatterici, morbidi e termoregolatori e quindi ideali sia per l’inverno sia per l’estate, e realizziamo anche cinture. Produciamo su ordine, per minimizzare l’impatto che può avere uno stock invenduto. E poi perché indossare una scarpa personalizzata ed unica, come uno la desidera, penso che non abbia paragoni.
Ogni scarpa è personalizzabile nella scelta dei materiali (Apple Skin, Desserto Cactus, Orange, Ulivo, Bamboo, Ortica, Microfibra, ecc...) e dei colori. E ad ogni acquisto effettuato sul sito, destiniamo il 10% ad un’associazione a scelta del cliente.
Cosa vi spinge a credere nel vostro progetto?
La consapevolezza di poter dare un’alternativa bella, fatta bene, confortevole e senza crudeltà. Crediamo che i piccoli gesti quotidiani, anche singolarmente, possano portare a grandi risultati. Che anche indossando una scarpa priva di crudeltà, si possa contribuire al cambiamento.
Qual è l’impatto etico ed ambientale dell’uso del cuoio e della pelle nella
produzione di calzature?
L'agricoltura animale ed i suoi prodotti ricchi di metano ed ossido di azoto, compresa la pelle, contribuiscono alle emissioni di gas serra con il 24% del totale globale. L’impatto ambientale della produzione calzaturiera non è solo dettato dal processo di concia, per gran parte eseguita con la cromo, ma anche dalla parte precedente relativa all’allevamento intensivo del capo destinato al consumo alimentare. Le emissioni di CO2 e quelle di metano generate negli allevamenti sono una componente importante dell’inquinamento atmosferico.
Crede che in Italia si sia sviluppata una maggiore consapevolezza al riguardo?
Cosa si sentirebbe di consigliare in tal senso?
Assolutamente sì, e c’è anche una grande ricerca di metodologie e processi per migliorare il processo di concia.
Bella Storia è un'azienda virtuosa che può essere seguita e sostenuta attraverso diversi canali: il sito, la pagina Facebook ed il canale Instagram.
Pubblicata l'8 aprile 2023
Di cosa si occupa InVinoVegan?
Invinovegan.com è il primo sito di vendita online dedicato esclusivamente ai vini Italiani, biologici e vegani prodotti da aziende virtuose che operano in maniera etica e sostenibile, nel rispetto di persone, animali e ambiente. Un progetto dal cuore verde dedicato ai consumatori del futuro, più esigenti e responsabili, che non si accontentano di un calice di vino, ma che vogliono “brindare alla vita“, con un prodotto etico e sostenibile che rispetti il pianeta e tutte le sue creature.
Cosa vi spinge a credere nel vostro progetto?
La scelta vegan è il modo più semplice, immediato, concreto ed efficace per rendere questo mondo un luogo migliore per tutte le creature viventi, umani ed animali. Nutrirci di piante è di beneficio per la salute, per l’ambiente, per gli animali, per gli altri umani e per l’economia; in altre parole, per quanto può fare una reale differenza nella vita di tutti noi. Autorevoli studi indipendenti, di piena valenza scientifica, dimostrano in modo inequivocabile l’impatto positivo che uno stile di vita vegano può avere, riducendo contemporaneamente la povertà umana, la crudeltà sugli animali, il degrado ambientale, i problemi di salute del mondo occidentale ed il rischio di epidemie incontrollabili. Non c’è “investimento" migliore che possiamo fare come esseri umani. Tuttavia, la maggioranza delle persone è ancora scettica poiché intrappolata nella prigione della cultura carnistica e nella convinzione che mangiare carne sia normale, naturale e (ancor peggio) necessario. Riteniamo che il vino sia un ambasciatore ideale per diffondere la cultura vegan, per abbassare le barriere psicologiche, per facilitare la comunicazione, per sensibilizzare un numero crescente di persone e salvare la vita a quanti più animali possibile.
Quali sono i dati riguardanti l’impatto ambientale dell’uso di prodotti di origine animale nell’industria agroalimentare? Qual è, invece, l’impatto sulla salute umana?
L’industria animale è la principale causa di cambiamento climatico, effetto serra, esaurimento dell’acqua, inquinamento atmosferico, produzione di escrementi, deforestazione, distruzione della foresta pluviale, erosione e degrado del suolo, declino della biodiversità, uccisione di animali selvatici, estinzione delle specie, zone morte negli oceani, senza parlare di fame nel mondo, ingiustizia sociale, diffusione di malattie, resistenza agli antibiotici, zoonosi e pandemie.
L’impatto sul pianeta in termini di sfruttamento è insostenibile ed i suoi danni devastanti sono incalcolabili. Un business inumano ed "animale" sta distruggendo l’ambiente, sta uccidendo gli animali e facendo ammalare gli umani, paradossalmente senza infrangere la legge. E non siamo solo nel mezzo di una crisi climatica senza precedenti, ma anche di una gravissima emergenza sanitaria. Gli alimenti di cui ci nutriamo sono potenti portatori di malattie letali, più di qualsiasi tossina ambientale, per questo l’incredibile potere curativo nel cibo non deve essere sottovalutato. La verità è che abbiamo più possibilità di morire a causa di ciò che mangiamo ogni giorno che per un attacco terroristico. Il nostro modo errato di mangiare genera più morte e malattie di fumo, sesso non sicuro, alcol e droghe tutte insieme: non è pazzesco? La maggior parte delle malattie croniche e dei virus di cui preoccuparsi seriamente deriva dal mondo animale. Il brutale dominio umano su animali innocenti ha scatenato malattie letali che potevano essere prevenute, rallentate, arrestate o addirittura evitate senza farmaci o interventi chirurgici, semplicemente cambiando il nostro modo di mangiare, ovvero adottando una dieta integrale a base vegetale.
Crede che in Italia si sia sviluppata una maggiore consapevolezza nei confronti degli animali come individui senzienti? Cosa si sentirebbe di consigliare in tal senso?
Il mondo sta attraversando un cambiamento dirompente e stiamo assistendo ad una trasformazione storica e spettacolare. Il veganismo si sta diffondendo in tutto il mondo e consolidando a piccoli passi nella cultura popolare, anche in Italia. I vegani sono ancora una coraggiosa minoranza ma stanno crescendo in modo esponenziale a livello globale. L’industria alimentare vegana sta letteralmente fiorendo e battendo ogni record di crescita e vendita, mentre l’industria della carne sarà obsoleta in meno di 20 anni. Siamo di fronte ad una rivoluzione vegetale di entità sismica, qui e adesso. Si sta inoltre verificando un delicato passaggio generazionale. I millennials sono a capo del cambiamento grazie ad una forte responsabilità sociale finalizzata al bene comune. L’industria animale è sulla via del tramonto e sopravvive solo grazie all’assistenza economica ed ai sussidi statali. Non c’è più spazio per questa associazione criminale in una società civilizzata. L’inevitabile futuro è plant based, è cruelty-free, ovvero a base di Madre Natura ma senza crudeltà verso gli animali, le persone e l’ambiente. Un solo consiglio, quindi: go vegan!
InVinoVegan è un progetto di Projetika Srl. La loro attività può essere seguita e sostenuta attraverso diversi canali: il sito, la pagina Facebook ed il canale Instagram.
Pubblicata il 14 marzo 2023
Di cosa si occupa L’Arca di Natalia?
Ho creato l'associazione antispecista L’Arca di Natalia a settembre 2020. La decisione è maturata dopo il dolore per la perdita della mia cagnolina Natalia, una compagna di vita che mi ha insegnato che tutti gli animali sono uguali e che sono nostri pari. Da molti anni sentivo di voler realizzare qualcosa per aiutare gli animali indifesi e discriminati, così ho deciso di creare un rifugio per tutti loro, per cercare di dare una vita dignitosa a quelli che ne sono sempre stati privati. Gli animali che vivono a L'Arca di Natalia, come negli altri rifugi della Rete dei santuari in Italia, non sono considerati merce (come negli allevamenti): sono individui liberi e vivono la loro vita dignitosamente sino alla morte naturale.
In cosa consiste esattamente il vostro progetto?
L'obiettivo de L'Arca di Natalia è salvare quanti più animali possibile da maltrattamenti e sfruttamenti e donare a questi individui dignità e libertà. Le nostre azioni sono accompagnate da uno stile di vita non violento, non discriminante e antispecista, che ci impegnamo a divulgare nella nostra quotidianità con i visitatori del santuario e in occasione di incontri con scolaresche, comunità, famiglie, ecc... Osservare gli abitanti del santuario è un'esperienza che ti forma, ti cambia. Gli individui che vivono in questi luoghi vivono in libertà, in condizioni di benessere e chi li osserva riesce a vederne l'anima, che in altre situazioni (come gli allevamenti o anche gli zoo o i circhi) è completamente ignorata e calpestata.
Cosa vi spinge a credere nel vostro progetto?
Gli abitanti del santuario sono dei superstiti, sono qui per ricordarci tutti i loro fratelli che vengono barbaramente uccisi, piangenti e tremanti, perfettamente consapevoli, nei macelli di tutto il mondo, mentre chiedono pietà senza essere minimamente ascoltati. Sono qui, per ricordarci che siamo sulla Terra tutti insieme e che gli animali non umani non esistono per noi, ma con noi e che noi animali umani possiamo cambiare il triste destino dei loro fratelli, semplicemente facendo una scelta, cambiando un'abitudine. Chi visita un santuario per animali spesso lo definisce un paradiso, un luogo magico, quasi sacro. Non sempre, ma talvolta accade che gli esseri umani, davanti alla fortuna di essere accolti dagli abitanti del rifugio, facciano la connessione. Bisogna solo guardarli negli occhi, ascoltarli con il cuore aperto.
Quali sono le specie animali che soccorrete maggiormente? Quali, invece, i comportamenti umani alla base di questa necessità?
In questo momento abbiamo 21 maiali, due bovini, sei pecore, cinque capre, quattro cani, tre conigli e un asinello. In generale, accogliamo maggiormente gli ex animali "da reddito" e quelli che maggiormente abbiamo accolto, fino ad ora, sono i maiali, perché sono i più discriminati e peggio trattati, anche dal punto di vista culturale (basta pensare ai modi di dire). Noi accogliamo animali che provengono spesso (95% delle volte) da sequestri, sia penali (per maltrattamento) sia amministrativi (per detenzione abusiva). Per gli animali sequestrati che, nonostante sia stato loro riconosciuto lo status di esseri senzienti, sono ancora visti come oggetti la cui vita è senza valore, le ASP prevedono l'abbattimento! Noi, i rifugi, quando possibile, li accogliamo e salviamo.
Il nostro è un rifugio che fa parte della Rete dei santuari animali liberi d'Italia. Non riceviamo sovvenzioni dallo Stato o dal Comune, come avviene per i canili o gli allevamenti. E non guadagnamo, sfruttando gli abitanti del rifugio, come zoo, circhi, fattorie didattiche, ecc... Nei rifugi, gli animali sono individui, non sono merce e non producono profitto. Ed è nostro dovere offrirgli la massima cura per farli vivere bene. Ci manteniamo grazie alle donazioni delle persone di buon cuore e grazie agli eventi che organizziamo periodicamente.
Crede che in Italia si sia sviluppata una maggiore sensibilità nei confronti del mondo animale e delle alternative alimentari vegetali? Cosa si sentirebbe di consigliare in tal senso?
Sì, la sensibilità sta aumentando, però ancora non è sufficiente e noi ci auguriamo che l'opera di divulgazione da parte delle realtà come la nostra e di persone che credono nei nostri stessi valori porti a una sensibilità sempre crescente. Per quanto riguarda le alternative vegetali pronte (come possono essere le polpette o i burger vegetali), ci sono sempre più prodotti al supermercato e si parla sempre di più di alimentazione vegetale, ma siamo ancora molto lontani dall'obiettivo di smettere di cibarci di altri esseri senzienti. Io consiglierei a tutti di prendere consapevolezza di quello che facciamo abitualmente agli animali, alla "vita non vita" di sofferenze a cui li sottoponiamo per il nostro intrattenimento (pensiamo ai circhi o agli zoo). E alla vita ancora peggiore (in cui vengono trattati come macchine da produzione) che culmina con l'uccisione violenta, per finire in un piatto. Consiglierei anche di pensare al futuro del pianeta, di pensare al mondo che stiamo lasciando ai nostri figli. Noi esseri umani viviamo su un pianeta bellissimo e lo stiamo distruggendo, con l'inquinamento dell'aria e dei mari, la distruzione dei polmoni verdi, la distruzione della biodiversità, e via dicendo ed una delle cause di questo sfacelo è proprio l'allevamento di bestiame.
L'Arca di Natalia è un rifugio per animali che si trova a Trecastagni, in provincia di Catania, in Sicilia. La loro attività può essere seguita e sostenuta attraverso diversi canali: il sito, la pagina Facebook ed il canale Instagram.
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